Nell’ambito della XXIII Settimana della lingua italiana nel mondo all’interno della 39a Fiera del libro la casa editrice Mladinska knjiga in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura ospita
Giulia Caminito, autrice del libro tradotto anche in sloveno “L’acqua del lago non è mai dolce“, finalista del Premio Strega e vincitore del Premio Campiello 2021. A discutere con Giulia Caminito sarà il filosofo e pubblicista Jernej Šček.
La Caminito è considerata la scrittrice di maggior successo della sua generazione in Italia. Il suo un romanzo che potrebbe essere un bildungsroman ma non lo è, che si legge come un’autobiografia, rimanendone lontano, acutamente consapevole della menzogna sociale a cui tutti crediamo: con una buona istruzione anche le persone provenienti dai margini della società possono riuscire a diventare qualcuno. Il romanzo sulla disperazione delle giovani generazioni delle campagne italiane è stato votato dai lettori come il miglior romanzo italiano.
Giulia Caminito, scrittrice e editor freelance, nasce a Roma nel 1988 e si laurea in Filosofia Politica. Ha scritto romanzi, racconti e fiabe per bambini e i suoi libri sono tradotti in oltre venti paesi. ‘La grande A’ (Giunti, 2016) è il titolo del suo esordio nella narrativa, grazie al quale riceve diversi riconoscimenti tra cui il Premio Berto, il Premio Bagutta opera prima e il Premio Brancati giovani. Successivamente, pubblica ‘Guardavamo gli altri ballare il tango’, raccolta di racconti del 2017, la fiaba ‘La ballerina e il marinaio’ del 2018 e nel 2019 lancia il suo secondo romanzo ‘Un giorno verrà’ (Bompiani), con il quale si aggiudica il Premio Fiesole Under 40.
Nel 2021 pubblica per Bompiani ‘L’acqua del lago non è mai dolce’, finalista del Premio Strega e vincitore del Premio Campiello 2021. Nell’estrema periferia di Roma, all’inizio degli anni 90, la famiglia di Antonia Colombo vive in condizioni di indigenza e sovraffollamento. E’ Gaia, una dei quattro figli di Antonia, a parlare in prima persona all’interno del romanzo. La famiglia di Antonia non naviga in acque dolci e, così come si comprende dal titolo, l’asperità delle acque del lago non sono altro che una metafora della vita. Antonia crede nel bene comune, ma non scende a compromessi ed insegna alla sua unica figlia a contare solo su sé stessa. Gaia è imprevedibile e risponde alla durezza della vita con altrettanta violenza. Le donne ritratte dalla Caminito sono forti, personalità complesse, si scontrano e tormentano. La terza protagonista femminile del romanzo è l’acqua, simbolo di rinascita e, allo stesso tempo, di morte, che genera un’inquietudine che attraversa tutto il romanzo. Un romanzo autentico e travolgente che racconta delle esistenze sospese e dolorose dei personaggi che lo abitano. ˝Questa è una storia che ha ingoiato frammenti di tante vite per provare a farne una narrazione, il racconto degli anni in cui sono cresciuta, dei dolori che ho solo circumnavigato e di quelli che ho attraversato˝, afferma la Caminito nelle note di conclusione del libro.
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