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Il mio Carso

di Scipio Slataper

Presentazione della nuova traduzione in sloveno a cura di Marko Kravos

Nuova traduzione realizzata in occasione del centenario della morte dello scrittore triestino. Nel canone letterario delle comunità che abitano il territorio tra Trieste e il Carso non esiste un testo che guarda agli sloveni come fa Il mio Carso, romanzo di formazione espressionista. L’opera, pubblicata nel 1912 e che aveva inserito l’autore nel novero dei classici italiani di produzione e ambientazione triestina, inizia con le parole: Volevo dirvi. Sono nato sul Carso… E infatti si tratta di un inno al mondo carsico e allo stesso tempo un affresco euforico della città di Trieste alla fine del XX secolo. La scrittura lirica d’impulso è nata quindici anni prima della poesia di Kosovel e testimonia la loro diversa prospettiva: Slataper scrive prima della carneficina mondiale, Kosovel qualche tempo dopo. Slateaper è un triestino alla ricerca della solidità delle radici, mentre Kosovel è un uomo del Carso che combatte per la sua casa e per il diritto di esprimersi (o semplicemente di esistere) della propria gente. Il libro è uscito in due lingue, in originale e in traduzione slovena di Marko Kravos che ha operato una rilettura della sua traduzione del 1988. Commemora il centenario della morte di Slataper sul fronte isontino: è uscito l’anno scorso presso la casa editrice triestina Beit.

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