XIX Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.
Lectura Dantis. Il coraggio di assumere il proprio destino
Il canto XXVI dell’Inferno con musiche dal vivo di tradizione greco-ottomana, di e con Moni Ovadia e con Dimitris Kotsiouros (oud e bouzouki) e Maurizio Dehò (violarda).
Moni Ovadia, grande intellettuale contemporaneo che ha sempre avuto come filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico e della figura dell’esiliato in genere, si confronta con il canto XXVI dell’Inferno dantesco, in cui emerge la figura di Ulisse.
Un Ulisse che nella “Divina Commedia” chiama i compagni “fratelli” e li incita ad interrogarsi sul senso della vita e a non privarsi nell’ultima parte dell’esistenza della possibilità di continuare a conoscere.
Una grande lezione di consapevolezza e un richiamo a quei valori che distinguono gli esseri umani dalle bestie.